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Società Italiana per la Storia Medievale

Sessione 15. Le altre migrazioni I. Mobilità regionale e micro-mobilità di uomini e donne tra tarda antichità e alto medioevo (secoli VI-X)

Giovedì 14 giugno, ore 18-19:30

Pochi temi della storia europea sono stati al centro del dibattito storiografico in maniera così continuativa come quello delle migrazioni barbariche e, anche in Italia, lo stanziamento dei Longobardi nella penisola ha a lungo dominato il panorama degli studi. Al contrario, la mobilità interna del Regno longobardo e più in generale la mobilità interna dei regni post-romani non sono mai state oggetto di una indagine sistematica. Tradizionalmente si ritiene infatti che la circolazione di uomini e donne in questo periodo fosse molto limitata, se non addirittura nulla. La mobilità è l’argomento centrale del monumentale libro di Michael McCormick Origins of European Economy, in cui l’autore riconsidera la classica tesi di Pirenne sulla rinascita economica del continente dopo la fine del mondo antico da una prospettiva nuova. Anziché studiare direttamente mercanti e mercanzie, McCormick si concentra sui movimenti delle persone, convinto che i tragitti che queste seguirono ricalcassero altrettante rotte commerciali. In particolare, poiché il decollo economico seguì la riattivazione degli scambi a lungo raggio, egli si interessa ad ambasciatori e pellegrini, ovvero a coloro che percorsero distanze considerevoli, dall’Europa all’Impero Bizantino e viceversa. Fra questi, gli abitanti della penisola italiana figurano come quelli di gran lunga più mobili, formando la stragrande maggioranza degli individui censiti. Viene da chiedersi se essi si spostassero altrettanto facilmente da un capo all’altro dello stivale. La sociologia e l’antropologia culturale hanno da tempo dimostrato che la migrazione è una costante della storia dell’umanità, inventando il concetto di homo migrans. Sulla scia di queste discipline, gli storici dell’età moderna e contemporanea hanno di recente spostato l’enfasi, dalle grandi ondate migratorie e di colonizzazione di massa, a fenomeni locali e regionali di ricollocamento degli individui, con il risultato di portare alla luce la normalità e gli aspetti quotidiani della mobilità del passato. Anche per l’alto Medioevo, sembra giunto il momento di abbandonare la visione stereotipata e dualistica di un’epoca fatta o di interi popoli guerrieri in movimento o, al contrario, di masse indistinte di persone stanziali, con la sola eccezione di romantiche principesse, intellettuali di corte e mercanti avventurosi. Il panel qui presentato si propone di fornire una serie di spunti di riflessione sul tema focalizzando l’attenzione in particolare su movimenti umani di vario tipo in scala ridotta, sia in termini di quantità di persone coinvolte sia di distanze percorse. Lo scopo è quello di mettere in luce le dinamiche di funzionamento, i pattern e i driver della mobilità tra Tardoantico e Alto Medioevo, utilizzando la categoria interpretativa mobilità/controllo in una prospettiva diacronica e comparativa. Saranno infatti presentanti tre casi-studio, incentrati su altrettanti tipi di fonti ed epoche (le Variae di Cassiodoro – relazione di Cristina La Rocca; le carte d’archivio longobarde – relazione di Gianmarco De Angelis; i polittici carolingi – relazione di Irene Barbiera).

Coordinatore: Annamaria Pazienza

Relazioni:
Maria Cristina La Rocca, Ostaggi e controllo della mobilità nel regno dei Goti in Italia
Gianmarco De Angelis, Mobilità e controllo politico nel regno longobardo: fonti normative e riflessi documentari
Irene Barbiera, Strutture familiari e mobilità nei polittici di età Carolingia

Discussant: Annamaria Pazienza