SISMED (Società italiana degli storici medievisti)
Consiglio direttivo
PROPOSTA DI CLASSIFICAZIONE DI RIVISTE, EDITORI E COLLANE
Il GEV di area 11, incaricato delle procedure di valutazione della ricerca delle strutture (VQR 2004-2010), ha chiesto al direttivo SISMED di inviare una proposta di classificazione di riviste scientifiche e di editori e collane, distinte in due fasce di merito (eccellenti e buone) e in due classi (settoriali e intersettoriali).
Il direttivo SISMED ha informato i soci con una lettera circolare a novembre e in occasione della riunione annuale dell’associazione svoltasi a Roma il 2 e il 3 dicembre, chiedendo osservazioni ulteriori sui criteri già da tempo approntati per la classificazione delle riviste, nonché elenchi aperti di sedi editoriali, in particolare collane, da valutare ai fini dell’inserimento nelle liste.
Sulla base di un lavoro istruttorio svolto dalla commissione interna all’uopo nominata, è stata infine elaborata la proposta qui presentata, approvata all’unanimità dai membri del direttivo SISMED e che sottoponiamo al GEV, nella consapevolezza che le liste definitive non saranno comunque in alcun modo sostitutive della procedura di valutazione di merito (peer review) da parte di revisori esperti (due per ciascun prodotto scientifico).
I. Riviste
Riviste italiane
Per quanto riguarda le riviste italiane, la messa a punto di una graduatoria delle testate di fascia A (eccellenza) e di fascia B (alta qualità) non è stata un’operazione semplice, date le caratteristiche della ricerca disciplinare, lo scarsissimo numero di riviste di settore esistenti, la spiccata e peculiare varietà e numerosità di pubblicazioni periodiche nazionali nelle quali gli storici medievisti possono e sono abituati a collocare i loro saggi di ricerca.
A fronte di questa estrema diversificazione, testimoniata dalle diverse banche dati in cui sono censite le pubblicazioni del settore, si pongono i vincoli piuttosto rigidi della richiesta pervenuta, che prevedeva fino ad un massimo di 8 riviste italiane di fascia A (con un tetto massimo di 5 per quelle di impronta più strettamente settoriale) e fino ad un massimo di 12 italiane riviste di fascia B (tra le quali non più di 7 di carattere settoriale).
Di fronte dunque alla ineludibile necessità di selezionare un numero decisamente limitato di testate (rispetto alle decine e decine di pubblicazioni periodiche su cui normalmente si esprime la produzione scientifica dei medievisti), e per ridurre al minimo l’arbitrarietà del nostro intervento, abbiamo deciso che fosse innanzitutto opportuno attenersi ai criteri di valutazione che avevamo già precedentemente individuato ed approvato in sede di Direttivo sin dal 2009, e che erano stati poi formalmente recepiti anche dall’assemblea dei soci 2010.
Tali criteri – analoghi nella sostanza a quelli approvati dalle altre associazioni di area (che in parte hanno anche recepito nostre indicazioni) – prevedevano in sintesi di valutare e classificare le riviste sulla base di 5 requisiti fondamentali, e cioè:
a) il ricorso dichiarato alla pratica della peer review (possibilmente nella forma di letture da parte di esterni alle redazioni e compiute con il criterio del doppio anonimato, e se possibile anche con la periodica pubblicazione degli elenchi dei referees);
b) l’apertura internazionale (che abbiamo ritenuto di poter misurare considerando l’utilizzo di abstracts in inglese; la presenza o meno di studiosi stranieri nel Consiglio di Redazione e/o nel Comitato Scientifico; l’attestazione della rivista nei più significativi repertori internazionali; e la presenza della rivista stessa in un numero sufficientemente congruo di biblioteche estere);
c) la diffusione e la notorietà della testata (misurabili a loro volta attraverso tre indicatori, e cioè: l’esistenza o meno di un sito internet che offrisse la possibilità di scaricare gli articoli in rete, o quanto meno di visualizzare on line gli indici completi della rivista; l’attestazione presso un numero sufficientemente congruo di biblioteche italiane; e la presenza sulla scena scientifica da un periodo significativo).
d) il rispetto della periodicità e dunque della regolarità delle uscite.
e) la rappresentatività dei consigli di redazione e dei comitati scientifici (in particolare da valutarsi nei termini di una presenza sufficientemente riconoscibile di medievisti e di studiosi non italiani nel consiglio o nel comitato scientifico di ciascuna rivista).
Sulla base di questi principi, la commissione espressamente designata dal Direttivo, e composta dai colleghi Collavini, Somaini e Varanini, ha dunque proceduto ad un controllo della rispondenza ai suddetti requisiti da parte delle diverse riviste.
Le riviste su cui sono stati eseguiti i controlli sono quelle preventivamente individuate dal Direttivo, ed in più quelle che ci sono state segnalate dai soci a seguito del processo di consultazione telematica promosso nelle scorse settimane.
In virtù di questo lavoro preliminare, e sulla base di queste risultanze, siamo quindi pervenuti a definire 8 riviste di fascia A e 11 riviste di fascia B.
Per quanto riguarda la fascia A, abbiamo selezionato in particolare 3 testate specificamente medievistiche e 5 testate di carattere più generale (data l’assenza di altre testate di settore, non abbiamo altra scelta che chiedere di rovesciare le proporzioni presenti nella richiesta originaria, che prevedevano fino a 5 riviste di settore e 3 intersettoriali).
Si tratta dei periodici seguenti:
Riviste storiche di fascia A prettamente medievistiche (settoriali):
1. Reti Medievali Rivista
2. Studi Medievali
3. Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo
Riviste storiche di fascia A di carattere “generalista” (intersettoriali):
1. Quaderni Storici.
2. Società e Storia.
3. Studi Storici.
4. Storica.
5. Nuova Rivista Storica.
Data la carenza di riviste di settore abbiamo rinunciato alle 7 indicazioni in fascia B previste per questa classe dalla richiesta GEV, e proponiamo di estendere da 7 a 12 le riviste intersettoriali di fascia B.
Riguardo dunque alle riviste intersettoriali di fascia B, considerati i punteggi relativamente uniformi raggiunti da molte testate, e considerato altresì che il numero delle riviste sostanzialmente meritevoli era di fatto superiore a quello consentitoci, abbiamo ritenuto, dopo ampia discussione e dopo un’attenta valutazione dei diversi casi, di dover compiere la dolorosa (ma unanime) scelta “politica” di sacrificare alcune “storiche” e “gloriose” testate caratterizzate per statuto e per prassi da un carattere regionale e locale. Nell’elenco approvato sono invece entrati alcuni periodici intersettoriali, non sempre e non proprio di storia generale, ma che – oltre a soddisfare i requisiti prestabiliti – hanno il merito di valorizzare l’apertura degli studi medievistici verso altre discipline scientifiche “contigue” ed “affini.
Siamo così pervenuti ad identificare le seguenti 12 testate di fascia B.
1) Archivio Storico Italiano
2) Aevum
3) Cristianesimo nella Storia
4) Mediterranea. Ricerche Storiche.
5) Genesis. Rivista della Società delle Storiche.
6) Rivista di Storia della Chiesa in Italia.
7) Archeologia Medievale
8) Scrineum
9) Hagiographica
10) Italia medioevale ed umanistica
11) Bizantinistica
12) Rivista Storica Italiana.
Le ragioni della scelta di escludere testate certamente meritevoli, come l’Archivio della Società Romana di Storia Patria, o la Rassegna Storica Salernitana, o anche altre riviste non meno prestigiose (anche se non pienamente rispondenti ai criteri che si erano individuate), come l’Archivio Storico delle Province Napoletane o il Bollettino Storico-Bibliografico Subalpino, e diverse altre, richiedono una più particolare illustrazione.
L’esclusione delle riviste di chiaro e spesso statutario radicamento territoriale rende infatti evidente che ci scontriamo qui contro uno dei limiti maggiori delle procedure “metriche”, pensate per ambiti disciplinari che non hanno nulla in comune con la tradizione della nostra disciplina. La storiografia sul Medioevo italiano è infatti impensabile senza il prezioso apporto di tutte quelle riviste che, dopo l’unificazione del paese, hanno continuato a coltivare lo studio delle realtà pre-unitarie, pubblicando un’enorme quantità di fonti e centinaia di saggi ancor oggi indispensabili per il nostro lavoro. L’attuale panorama di queste pubblicazioni “locali” si presenta molto variegato: accanto a riviste – come quelle sopra menzionate – che rispettano in buona anche se diversa misura i criteri adottati dalla SISMED per la selezione delle pubblicazioni periodiche, ve ne sono molte altre che non raggiungono livelli minimi di “accettabilità”. Avremmo potuto inserire nell'elenco le riviste che si erano dimostrate più aggiornate ed attive, ma – in tal caso – avremmo operato una scelta discriminatoria nei confronti di tutti quegli studiosi il cui ambito di ricerca è collegato ad altre realtà locali. Per il futuro, qualora il sistema di classificazione delle riviste dovesse ampliare il suo peso nella valutazione della ricerca (attualmente e nel VQR limitato dalla revisione dei pari), sarà non solo auspicabile da parte delle testate in questione uno sforzo di adeguamento alle novità, ma forse anche un processo di gerarchizzazione, che conduca alla promozione di un numero pur limitato di periodici, che – per la loro ampia e non solo provinciale o monoregionale vocazione spaziale – siano comunque in grado di offrire a tutti i medievisti italiani sedi prestigiose di collocazione per le loro migliori e spesso in assoluto eccellenti ricerche di impostazione territoriale e locale.
Un altro aspetto che riteniamo opportuno precisare riguarda il fatto che nella compilazione delle suddette graduatorie delle riviste tanto di Fascia A quanto di Fascia B, abbiamo ritenuto – come Direttivo SISMED – di operare due deroghe significative rispetto ai criteri bibliometrici che ci eravamo dati.
Si tratta (per la fascia A delle riviste di settore) del «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo», e (per la fascia B di quelle intersettoriali) della «Rivista Storica Italiana».
Nonostante la loro qualità e il loro indiscusso prestigio, entrambe queste riviste sono risultate in effetti alquanto carenti rispetto ai parametri estrinseci che si vanno definendo a livello scientifico internazionale anche nel campo delle scienze umane e che la SISMED ha recepito. Tuttavia, pur in presenza di questi limiti, che non riteniamo di dover sottacere, abbiamo ritenuto, come Direttivo, di dover in ogni caso includere le due riviste in discussione, in considerazione del grande “peso” culturale che esse hanno sempre avuto nell’ambito dei nostri studi. Auspichiamo che analoghe deroghe possano essere proposte anche nelle liste che saranno presentate dalle associazioni di storici modernisti e contemporaneisti.
Anche in questo caso si è trattato in realtà di una decisione non semplice, che abbiamo egualmente ritenuto di dover assumere, prendendocene evidentemente tutta la responsabilità. Siamo peraltro persuasi che queste riviste saranno tra le prime ad adeguare di fatto e nella forma i propri parametri a quelli delle altre riviste in questo documento segnalate.
Riviste straniere settoriali e intersettoriali.
All’associazione è stato inoltre chiesto di individuare fino a 25 riviste non italiane, settoriali e intersettoriali, di fascia A e B. Il Direttivo SISMED ha quindi elaborato per le riviste non italiane la seguente proposta, che – dato l’elevatissimo numero di riviste straniere – presenta evidentemente ampi margini di discrezionalità, ma che tuttavia riteniamo plausibile.
Fascia A
1. Annales
2. Anuario de Estudios Medievales
3. Deutsches Archiv
4. Early Medieval Europe
5. Frühmittelalterliche Studien
6. Le Moyen Age
7. MEFRM (F3)
8. Past & Present
9. Quellen und Forschungen
10. Speculum
Fascia B
1. American Historical Review
2. Archivum Historiae Pontificiae
3. Bibliothèque de l'Ècole de Chartes
4. Cahiers de Civilisation Médiévale
5. English Historical Review
6. Hispania
7. Historische Zeitschrift
8. Imago Mundi
9. Journal of Medieval History
10. Médiévales
11. Mediterranean Historical Review
12. Micrologus
13. Renaissance Quartely
14. Revue Mabillon
15. Revue d'Histoire Ècclesiastique
II. Editori e collane
Non è stato infine affatto semplice procedere alla elaborazione di una proposta di case editrici e collane di settore di riferimento, scelte tra quelle nazionali e divise anch’esse in due fasce di merito e in due classi.
Nella richiesta del GEV di area 11 erano previsti da 3 a 5 editori di settore di fascia A e fino a 7 di fascia B; 3 editori intersettoriali di fascia A e 6 di fascia B; nonché da 5 a 10 collane specifiche di settore di fascia A e B, per salvaguardare specificità disciplinari.
Ci siamo anche per questo aspetto rivolti ai soci per una consultazione informale, chiedendo liste di editori e collane da sottoporre a valutazione in vista dell’inserimento nelle liste di classificazione, ricevendo tuttavia nella fase istruttoria poche risposte, con indicazioni di cui peraltro abbiamo in tutti i casi tenuto attentamente conto.
La selezione di un numero limitato di editori richiede tuttavia una premessa di metodo. Nella gran parte dei casi la pubblicazione di ricerche di prima mano di storia medioevale avviene con contributi alle spese di stampa, dato il carattere eminentemente specialistico dei lavori. I grandi editori nazionali solo raramente riescono a investire su opere di alta qualità scientifica con prospettive di guadagno; per il resto sono sempre più costretti ad accontentarsi di pubblicare lavori di sintesi o di manualistica universitaria. Inoltre, la garanzia della qualità delle pubblicazioni non è assicurata dagli editori, ma dai comitati scientifici delle collane e dall’esercizio della “peer review”, realizzata dalla comunità internazionale degli studiosi.
Diventa quindi molto importante che tutti gli editori segnalati siano in grado di garantire il funzionamento trasparente e del tutto autonomo di comitati scientifici qualificati, e di procedure di peer review attraverso revisori esterni, per far sì che i criteri scientifici siano comunque sempre preminenti sulle ragioni puramente commerciali e sulla mera disponibilità di fondi. Questa condizione andrebbe soddisfatta e verificata prima di comunicare ogni sorta di classificazione.
Gli elenchi che seguono presentano quindi molti limiti e rispondono esclusivamente alle necessità di rispondere alla richiesta venuta dal VQR. Se sarà in futuro necessario, la SISMED si impegna a elaborare e proporre una nuova classificazione (meglio se a maglie più larghe), rivolta alle singole collane, su principi analoghi a quelli applicati nel caso delle riviste. A titolo di esempio: (a) esercizio della peer review, secondo la modalità del doppio cieco; b) composizione internazionale della redazione o dei comitati scientifici delle collane; c) almeno nel caso di volumi miscellanei, pubblicazione anche di contributi in lingua diversa da quella italiana; d) presenza in biblioteche e in banche dati internazionali; magari aggiungendo, a conferma della favorevole eco internazionale, e) recensioni positive in riviste internazionali, di fascia A, di singoli volumi della collana.
Dal nostro lavoro è comunque scaturita la proposta seguente.
Sono stati individuati 3 editori di settore, che corrispondono alle tre principali istituzioni scientifiche del campo medievistico attive in Italia, da collocare in fascia A, e altri 6 affermati editori da collocare in fascia B, per loro specifiche collane medievistiche, segnalate in parentesi:
Editori di settore, fascia A
1) Centro internazionale di Studi sull’Alto Medioevo di Spoleto
2) Istituto Storico Italiano per il Medioevo
3) Società internazionale per lo Studio del Medioevo Latino.
Editori di settore, fascia B:
1) HERDER (Italia Sacra);
2) LIGUORI (Nuovo Medioevo, Gisem);
3) PATRON (Il mondo medievale. Studi di storia e di storiografia);
4) CLUEB (Itinerari medievali; Biblioteca di storia agraria medievale);
5) VITA E PENSIERO (Studi e ricerche);
6) UNICOPLI (Early modern; Storia lombarda).
Per l’editoria intersettoriale, a fronte della richiesta di indicare 3 case di fascia A e 6 di fascia B, e nell’impossibilità – come detto sopra – di procedere in poche settimane alla valutazione delle decine di collane pubblicate dalle diverse case editrici, si propone la seguente classificazione (che rispetta il totale complessivo di 9):
4 editori intersettoriali, fascia A:
1) VIELLA
2) LATERZA
3) IL MULINO
4) EINAUDI
5 editori intersettoriali, fascia B:
1) OLSCHKI
2) CAROCCI
3) DONZELLI
4) FIRENZE UNIVERSITY PRESS
5) ANGELI
Infine sono state individuate, sulla base di segnalazioni pervenute dai soci, 4 collane di settore storico-medievale, che prescindono da uno specifico editore (o comunque non sono legate a quello attuale) perché fanno capo a istituzioni scientifiche. Sono state inserite in fascia A perché sono espressione di ampi comitati di direzione, spesso con significative presenze straniere, che si riflettono nell’apertura internazionale dei regolari convegni cui danno luogo. Per la fascia B, si è alla fine invece deciso di non esprimere alcuna indicazione, in vista di una eventuale più attenta e sistematica pesatura – come sopra delineato – delle molteplici collane esistenti.
Collane di settore fascia A:
1) Atti delle Giornate del Centro di Studi Normanno-svevi
2) Centro di studi sulla civiltà del tardo Medioevo di San Miniato- Studi e ricerche
3) Centro italiano di studi di storia e d’arte, Pistoia – Atti dei convegni internazionali
4) Atti delle Settimane internazionali di Studio della Mendola.
24/12/2011